Tastiere portatili?

In italiano dovremmo dire gli arrangiatori. Sosterrei che suona proprio male. Le tastiere elettroniche si sono sempre distinte grazie alla loro capacità di sfruttare la tecnologia per dare qualcosa di più al musicista, quel qualcosa che uno strumento acustico non avrebbe saputo dare.
Liberiamoci di questo potenziale equivoco: le tastiere elettroniche non sono meglio degli strumenti originali e non sono in grado di sostituirli. Le tastiere elettroniche sono un qualcosa di diverso. Avete un pianoforte acustico a casa, magari ereditato dai genitori? Bene, non disfatevene per niente solo perché ora avete appena acquistato l’ultimo ritrovato della scienza in termini musicali. Un pianoforte vero è un pianoforte vero. Si suona come un pianoforte vero e vi darà quelle soddisfazioni che nessun arranger saprà mai darvi.
Un arranger vi darà un altro tipo di soddisfazioni musicali.
Una curiosità terminologica: sino ad oggi il termine arranger è stato usato a tutto spiano da quasi tutti i produttori Korg (la serie PA sta per Professional Arranger), Roland (la serie VA era detta Virtual Arranger), Ketron (Audya ha una sezione arranger) e l’appena defunta General Music (la Genesys PRO è una arranger multimedia workstation). Mentre la terminologia ufficiale Yamaha prevalentemente preferisce chiamarle in italiano come ha sempre fatto in passato: tastiere portatili.
Da una parte è pur vero che la stragrande maggioranza degli arranger workstation è davvero portatile (l’eccezione più macroscopica è la Roland E80): tuttavia è solo questione di termini. Chiamatele come volete.

Roland E50

Roland E50 - Questo è un arranger DAVVERO portatile: pesa solo 8,8kg ed è lungo appena 1,02m

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